La Raindrop cake è la moda del momento. Inutile negarlo. Chi conosce ed è aggiornato riguardo al mondo della pasticceria non può prescindere da quello che, in una manciata di settimane, è diventato un vero e proprio fenomeno. Già, ma fenomeno di che tipo? Culinario o solo mediatico?
Questo singolare dolce (non siamo sicuri si possa chiamare propriamente ‘torta’, e tra poco vi diremo il perché) nasce a New York da un’idea del pasticcere giapponese Darren Wong. No, non è del tutto vero: lo chef in questione (ma attenzione, lui non si definisce chef) non ha fatto che recuperare una ricetta tradizionale giapponese, quella della Mizu Shingen Mochi.
Raindrop-Tim-Ireland
Di cosa si tratta?
Gli ingredienti sono tre: acqua, agar agar (gelificante di origine vegetale), uno sciroppo scuro di zucchero di canna dal nome evocativo (e impronunciabile) di Kuromitsu, tipico di Okinawa (ma va bene anche lo zucchero di canna semolato), e farina di soia. Si mescola lo zucchero semolato con l’agar agar, diluendo il mix con poca acqua alla volta fino a sciogliere il tutto; si fa sobbollire per qualche minuto, si cola il fluido ottenuto negli stampi e lo si fa rassodare in frigorifero per qualche ora.
Ed ecco che otteniamo… una goccia d’acqua!
La forma è quella, la consistenza, almeno all’apparenza pure (in realtà si tratta di un ammasso gelatinoso, anche se, dopo poco tempo fuori dal frigorifero, tornerà a liquefarsi), bianchiccia, traslucida, semitrasparente. La consistenza bizzarra è quella di acqua imprigionata in una membrana croccante. Ma il sapore?
Glielo conferiscono sciroppo e la farina di soia. La ‘goccia’, di per sè, non ne ha, ma il gusto di arachide tostata della farina e la dolcezza dello sciroppo si ammalgano conferendole un sapore particolare. Chi l’ha assaggiata dice che è come mangiare una grossa caramella gommosa, o un marshmallow.
Ed è qui che iniziano le nostre perplessità.
Mentre la Raindrop Cake spopola sull’web e la gente fa la fila per mangiarla al banchetto di Wong al mercato di Brooklyn, e ogni canale televisivo americano, tutti i più grandi giornali del mondo ne parlano, noi ci chiediamo: ha senso mangiare una torta che ha la consistenza (e forse anche il gusto) di una grossa caramella gommosa? Se si apprezzano le caramelle probabilmente sì, ma se ciò di cui si ha voglia è proprio di una fetta di torta?…
L’enciclopedia Treccani definisce Torta:1. Denominazione generica di tutti quei dolci la cui principale caratteristica è una certa grandezza e consistenza e una forma generalmente rotonda: gli ingredienti possono essere svariatissimi, ma a base per lo più di farina, zucchero, burro, uova e varie aggiunte. Eccetera.
mimosa
Nulla di categorico, beninteso, ma TENDENZIALMENTE, e con le dovute concessioni a dieta e intolleranze (e moda), da una torta ci aspettiamo farina, zucchero, burro, uova, più… tutto ciò che può renderla una coccola gratificante e meravigliosa! Deve essere invitante per gli occhi, stuzzicante e fragrante per l’olfatto, morbida o croccante, a seconda delle preferenze, e ovviamente che esploda di sapore quando l’addentiamo.
crostata
Siamo all’antica? Forse. Non ci dispiace l’innovazione, non rifuggiamo le novità, perché ci teniamo a sorprendere i nostri clienti, a coccolarli con prodotti nuovi e originalissimi. Però, quando si parla di torte, abbiamo delle certezze consolidate, alimentate da anni di esperienza e conferme, e forse, semplicemente, non vogliamo cambiare idea. Parliamo di torte, è una questione dannatamente seria!
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Le nostre torte farcite, per i compleanni o per qualsiasi altra ricorrenza, sono autentici fuochi d’artificio di colore, con le loro decorazioni di panna montata, amarene, cioccolato, pistacchio, frutta fresca, zucchero. Vere opere d’arte, dispiace quasi mangiarle! E le torte decorate con pasta di zucchero, stile ‘Boss delle torte’? Via libera alla fantasia, all’originalità, a vere e proprie sculture, coloratissime e tutte deliziose. Poi ci sono i dolci a tema, quelli che arricchiscono le nostre vetrine a Natale, Pasqua, Helloween. Vi sfidiamo a trovarne di più originali! Del resto, siamo stati noi a portare a Parma i ‘cuori’ anatomici di Sal Valentino 😉
E poi ogni giorno, senza bisogno di feste o occasioni speciali, in ciascuno dei nostri forni le torte della tradizione restano le regine incontrastate. Torte alte, morbide, come quelle che mamme e nonne lasciavano raffreddare sul davanzale e cospargevano di zucchero a velo, crostate traboccanti marmellata deliziosa, e ancora torte al cioccolato, alla frutta fresca o secca, alla ricotta. Sono tante, tutte buonissime!
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Queste sono le torte che ci piacciono, e che crediamo piacciano ai nostri clienti, o non le mangerebbero così volentieri.
“Ci stiamo organizzando per creare versioni raindrop di ogni cibo” annuncia Darren Wong con entusiasmo. “Potrebbero esserci presto Raindrop Pizza, Raindrop Donuts, Raindrop Churros e altri ancora.”
E perché?, ci domandiamo noi. Se ne sente davvero la mancanza?
In un mondo sempre più ossessionato dalle contraffazioni, dalle malattie legate alla nutrizione, non sarebbe meglio spostare l’attenzione su altri aspetti dell’alimentazione, dedicarsi a studiare altre vie? A conservare tradizioni di comprovata efficacia? Ben venga l’innovazione, ma se dovesse significare nutrirsi di gocce d’acqua aromatizzate, beh… forse non fa per noi 🙂
E voi cosa ne pensate?
pasticcini

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